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andre-kertesz-steven-huszarAndré Kertész è stato certamente una delle menti fotografiche più geniali del ‘900.

Egli è stato uno dei primi fotografi ad aver compreso la fotografia come un vero e proprio medium artistico, basando la sua produzione fotografica sullo studio della geometria e della forma.

Nelle sue street, Kertész ha integrato forme e figure in primo piano con lo sfondo per conferire eleganza e poesia all’immagine.

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Quello che appare subito evidente in questa fotografia è che pur presentandosi come una foto classica di street, essa porge all’osservatore interessanti contenuti plastici riferibili agli elementi geometrici che la compongono.

Innanzitutto prendiamo atto che questa fotografia si snoda su diversi piani, lungo i quali avviene la narrazione del racconto fotografico.

Il primo è rappresentato dagli schienali delle due sedie, la cui funzione sta nell’aprire la scena verso altre prospettive situazionali e di farci comprendere immediatamente quali siano le componenti geometriche basilari a cui fare riferimento nella lettura dell’immagine.

Questi elementi geometrici sono incarnati dalle curve sinuose degli schienali delle sedie, che nel secondo piano prospettico affollano la scena, dando vita a un rincorrersi continuo di elementi astratti.

È lapalissiano che tutte queste entità figurative e geometriche, estrinsecano una loro precisa ritmica che si ripete pari, pari nella prima e seconda fila di sedie.

Questo gioco compositivo dona ritmo e movimento a un’immagine che altrimenti sarebbe statica e priva di ogni elemento d’interesse per l’occhio dell’osservatore.

Gli elementi verticali dei fusti dei lampioni e degli alberi che affollano lo sfondo, richiamano quelli contenuti negli schienali delle sedie, tuttavia, avendo una massa maggiore, con pochi elementi, equilibrano contrastandola tutta la massa dei due terzi anteriori del fotogramma.

Da quanto ho dedotto nei paragrafi precedenti, è assodato che il fotografo non ha lasciato nulla al caso, ma con maniaca precisione ha scelto di armonizzare tutti gli elementi dell’immagine in modo da trascendere la parte illustrativa e porgerci un elemento plastico dell’immagine di elevato valore connotativo.

Last, but not least, prendo in esame la figura umana che sta camminando lungo il viale.

Essa perde completamente la sua valenza di persona, per riconvertirsi in un’espressione di geometria astratta. Infatti, se la osserviamo con attenzione, la silhouettes che essa disegna posteriormente, richiama esattamente la geometria curva degli schienali delle sedie.

L’autore ha così voluto, in modo quanto mai geniale, integrare perfettamente anche la figura umana in questo suo quadro astratto, facendole perdere la sua funzione d’immagine e conferendole, anche in questo caso, un’importante valenza connotativa e plastica.

Così, volendo arrivare a una conclusione, desidero sintetizzare la mia prolusione, asserendo come un’immagine all’apparenza banale, quando è sottoposta a un’attenta lettura critica, si rivela come un capolavoro di armoniche geometrie astratte, che, a loro volta, conferiscono a questa fotografia una fondamentale valenza plastica e un peso connotativo di elevato valore culturale.

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