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11136671_10206127294122742_7253324968174528222_nPiù la guardo e più trovo assai strano che una fotografia come questa, possa trovare spazio su tutte le prime pagine dei giornali. Eppure è ripresa con un’angolatura, dall’alto verso il basso, che è regolarmente sconsigliata in tutti i manuali di fotografia; è anche un po’ storta e non ha nemmeno quei colori saturi e tarocchi delle immagini, da prime donne, che vincono i premi del WPP o simili. Non ha subito nemmeno un po’ d’interventi di tagli, ritagli e aggiustamenti, come far sparire quei piedi sullo sfondo, degni di una fotografia di reportage.

Sakis Mitrolidis

Questa fotografia di Sakis Mitrolidis è un classico esempio di come dovrebbe essere una vera immagine di reportage, nella più pura della sua capacità comunicativa.

Noi non sappiamo dove sia stata ripresa, se non per il fatto che ci fidiamo di chi ce lo comunica: in Grecia e davanti a una banca.

Ora se invece la visioniamo insieme alle altre immagini del reportage di Sakis, tutto ci appare chiaro. Prendiamo coscienza di quella che io chiamo proprietà sintagmatica delle fotografie di reportage, cioè esse si comportano come le frasi di un racconto, che solo unite insieme e ordinate, assumono un significato preciso, che da sole non riuscirebbero a esprimere.

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Tuttavia può accadere che un’immagine, per la sua forza connotativa, prenda una vita propria e divenga un’icona, cioè un “rapresentamen” in cui l’ossevatore riconosce immediatamente la situazione –nel nostro caso specifico- storico/politica in cui venne scattata.

Certamente è il caso di questa fotografia, nella quale leggiamo con immediata facilità tutto il dolore e la disperazione del popolo greco, di fronte alla crisi che lo sta stritolando.

Questo anziano, piangente e con il braccio alzato in un movimento di rassegnata disperazione, con il suo libretto della pensione buttato lì, per terra, come un oggetto ormai spogliato di ogni valore venale e vitale, interpreta con grande potenza il disagio che i greci stanno attraversando.

Impariamo come una fotografia semplice e senza troppe intermediazioni, possa raccontarci vicende complesse e di grande pathos.

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